giovedì 12 luglio 2018

MIS UNDER STANDING in 4 Poems


















































(MIS UNDER STANDING)


Ridi
pagliaccio sul mio rigoglio di sangue, ridi...
al silenzio le nostre voci levate per l irritante soluzione.
Pic!
e
sulla bella frangia della mia mise impersonale - ridi sul -
che ti salva da ben molte figuracce.
ma il mio è neve fissa con cui filosofeggiare in versi liberi
quei pochi di noi che hanno
marcato la china della comune alienazione
lo sanno.



*



E
abbiamo riconosciuto l'
amore
mentre danzava il suo match con la speranza.
Ad alcuni è piaciuto. Ad altri meno. Per molti - indifferenza -
io compreso. A venti leghe di luce di distanza -
ora affermo e afferro il coro per le corna, ma
non parlo alla perfezione la vostra lingua - il toro, sì, il toro, chiedo scusa.
Affermo che non mi è piaciuto, non più della poesia che di gran lavoro
lo sorpassa.  Ma da noi
poesia è un'altra cosa. Difficile da spiegare
per il verso giusto. 


*



Voi
terrestri siete talmente aperti, spalancati,
psicopatetici addestratori di finestre percettive al vuoto reso
che quando è tempo di vento
battete al muro come malandate persiane...
Ma sul mio pianeta questa ultima frase non farebbe
sorridere nessuno.  E neanche la mia laurea in lingue e letterature di
Gaia permette
una precisa traduzione.












Non
ho svelato stasera né domani ho svelato
un vaso di ferro portentoso - o velato - né
un fango autoinnestantesi, pavese asteroidale
della mia vittoria nuda sulla guerra di Eolo e di Pandora.
Non ho scoperto una sfoglia di Itaca
né preso dal frigorifero l'ultimo bignè vecchio
di una settimana..Un caffè sabbioso - un' acqua umile
di sperperato lavatoio - piovasco a
rose.

*

Cambiato la direzione del faretto
contro la parete degli specchi a sud, nella mia stanza.
c è vento, statistiche morte nel vo-lume di vetro
è per dire sufficiente bastevole e vile estate che striscia
da un foglio nuovo a un foglio vecchio
a ritroso come il futuro. l'imprevisto algebrico.
il tondo fiume il lauto limen non
lineare


di
stanza in stanza luce bianca da un angolo
parole pendolari alla mia fermata dove altre parole
scendono e altre salutano quelle in partenza con gesti
commossi o una stretta di mano. Il
deserto di una ventiquattrore poggiata una gamba
immobile. cifre disconnesse tentano un passaggio
di mezza fortuna.



*




Fiuuuuu fiuuu
fischio.  la stanza riparte. su binari corti.  torti.
un lieve tremolio nelle pareti orti rigidi ' rovi peschi
ai margini di vetro sferzato dalla bugia del movimento.
Si vocifera:<< qualcuno deve aver sfiorato
stasera la perduta lira della città del sole. >
E forse arriverò con quaranta minuti in ritardo alla mia morte giocosa e sensata alla mia vita irradiata da un fuoco
Di vapore.


Vecchio  treno in nuova voga... Poesia a carbone su carta
da parati giallo avorio.
prima che senza una particolare spiegazione
la mia corsa venga soppressa con i turisti che
si infervorano per il rimborso del tempo colpito alle spalle.
divertito per l'ironia della sorte -  ciuf ciuuuufff -
la s sostituita a  una m o una c perché sia davvero ironica
l iconica presa alla gola del
tempo.






Di-s-quisito


*


Se
non mi libero di due poesie scritte
a cavallo di un giorno e di una notte, di due noci
di pesca, dell'esca piazzata recto verso. ogni più recente chanson de geste.
Se non  (mi) delibero e sottoscrivo la mia quota,
il foglio di dazio PAGATO - in
rosso su ogni salto di fosso, a fare rima con due rane,
con qualche papavero - e mica poi alla perfezione -
concedendo al tempo l'opportuna licenza, demenza -
saluti da Cortina - vicolo cieco, passato il bar delle orecontro -
Pussa Via, poesia, altro indirizzo...
Se.


*
Se questo
pixel su pixel.  1 e zeri
in combinazioni...


non
seguo: sono inseguito dal cane lupo dei versi.
Come la notte vecchia a San Silvestro rincorre il passato
com'è uso,  non il futuro.  Il pollice in su, ma è un autostop  - nn un like -
lungo una, due vite, e forse esser arrivati fin qui - incognito e costante,
dove comincia il vento, è un pretesto d'ovest - non me ne voglia Eolo,
per gonfiare la rotta di una vela un po' da furbi. Una iperbole
da faine non come le volpi... Un frainteso in bocca al lupo -
in risposta: Grazie a Siva.
O un - e viva -












The Shrine/a poem.
A Fabrizio Marino




*


Allacciare
con tre nodi ben stretti
con tre guadagni a una cima di quattro
nubi girovaghe
insieme paura e deserto
e il piatto arboreo di un amore nel pomeriggio.
Fatto. Una vespa mi ha punto la lingua e ho violato
un violino magico.  Dolce fauno dallo sguardo
che oggi solo posso chiamare triste; giardiniere che
vendi il tuo sangue e sei come Tristano che eredita
la notte.

*


puoi caricare di rose uno dei piatti della bilancia
qualcuno sull'altro non dio né un buon fratello o un compagno
di fiumi di funi che si equiparano a un livello
sublime del pensiero

*

vi ha gettato fondazioni
di un tempio di supernove
le braci di una tundra del dediderio
che si chiama follia.


























Elias Scilla'83 BelClè
My guest.  My guess.