Poco
sole forse sarà
bastante a questo
zufolo
di terra seminato per diventare carta, poca acqua,
poca
sete all’abbandonata allegoria del mio
cuore
il
mio pesante il mio bel passeggero, il mio cuore motore di chiuse e di delta
*
Con
indolenza occhi ancora bui
Fanciulletti
frusti sovra l’estate già limite
Polvere
di polvere e sudore il dolce rumore di vita.
Pare
che ove non esisti non sia poesia.
Anima
d’argilla - e sia. Eccoti cielo e
meriggio, iato e dittongo
Vecchio
sobborgo dove hanno abitato le mie canzoni…
*
Lungo
il vecchio nuovo antico sillabario
nove
chiromanti danzano sul mio letto invaso devastato
in
un trittico d’altare - ora cantano, ora saltano come lepri
fra
consuete cose sepolte, ora giocano a giochi di fonte e di breccia. Testardi
giorni – ecco il più bello –
E
sopra un tavolaccio l’umana ternura d’un coro di noia di gioia…
*
Pioggia
rinforca il
plenilunio
eterno della gara
che
fa giugno con
l’infinito.
Scilla ‘83