sabato 30 giugno 2018

Rileggendo Fiori e Fulmini di Cristina Bove, in Spiaggia.

























































 
NOVE
DIECI UNDICI
NUVOLI STRABICI






Diradate da ogni forma di
preghiera pensiero... Vengono vanno, vanno,
vengono... accese ai crocichi - spingono e fuggono
e ancora vengono e vanno - nubi genovesi,
romane o senza indirizzo a cui inviare una vecchia
lettera d'amore. Un po' mie un po' tue. Nubi di Cinecittá...



*



L'abbraccio del sempre non vince i poderi,
i pascoli delle nuvole - eremo rifugio piegato
a chi sogna - serrande alzate - non vale il
pianto la sgangherata luce di una viola e una rosa, di
una rosa e una viola...



*



Nove
dieci undici
versi che pottano pioggia.
Ecco tutto. Come qualcuno che danza sulla terra secca -
deserto fra margini d'ascolto e solitaria quiete di fulmini e fiori,
di fiori e di fulmini. ..  Una culla di pioggia, un portale che pulsa
fisso nel grammo e nel grado e nel grafo.
E sugli avanzi sparge le ceneri dell'ultimo
sole.  Una Sibilla di luglio
nella notte.  O come
un
malocchio
ereditato
da una chitarra
impaz_
zita.

























































          
 
POLENA






Sabbia
pettinata; rasata a zero, per meglio dire -
contro fondo - doppio cielo guerriero -
geenna della notte in pieno pranzo - organo sepolto o porto. ...
terra di nessuno orchidea odissea. A che ora comincia la genesi, il proemio
del mondo?  Prima di un esangue confuso
meriggio? Prima forse del prima che succede al dopo,
a ogni post scriptum, firma o postilla
in calce.




*



Nulla ma
un gran vento sulla via delle vele - e i
rompichiglia saettanti di acumi di canti di ciniglia d'onde -
Nemo Nihil.  Dire e tacere.  Ventimila maglie sfilate contorno
a un riflusso di sole dolce,  le suole forate la spiaggia nelle scarpe.
tallificate di ginestre marine - ipotizzate rotte;
rotture di scatolami vari eventuali.  Cambuse del se.
Un
gran vento,
rogna sul pelo percettivo
d'ombra e
pesa.



*


Distrazioni esazioni sanzioni
illazioni ustioni a fior d acqua - illusioni?
l'immacolata brina sui frumenti a Primavera...
il diaframma fra cielo e terra, se bene usato, dà note,
diplofonie profonde - fotografia muffa di un relitto astrale di fondale.
Disastro del cuore aerospaziale che non si è
mai staccato dalla sua
orbita.



*


Poi?
Il poi arriva puntuale,
digerito e dalle urgenze dell'infinito e
da un eccesso di cedro d'accenti...
Oh cuore, cuore in armi, tu e quella tua vecchia polena spezzata...

















PoemGraficScilla'83




venerdì 29 giugno 2018

Two Poems & A Pregnancy







 


























TO KILL A MONKINGBIRD






non ha gusti particolari
segno distintivo l'orecchio puntuto licantropino. Occhi verdi-
varianti di pampe, di torbiere, di tundre. ..
non porta il cilindro del prestigiatore
Almeno - almeno un asso nella manica del malandato
cappotto color zafferano. 
È
di bell’aspetto, veste di abiti rimediati.
Non ha alcuna fretta e ovviamente aspetta
su una panchina a Central Park o sotto casa fingendo
di contare le monete per l'autobus - Lui -  
che gli sieda vicino uno sconosciuto desiderio - un corvo o un
profumo di lavanda -
una smania, una bramosia di asteroidi,
di rose...


*


Non ho fedi, si dedica alla pulizia di stracci vecchi,
sporchi di vecchie prime notti.  Colleziona biancheria intima usata.
Notti piegate sotto qualche oscura servanza.
Non ho un vero e proprio nome - dice.
Anche volendo
non lo si può chiamare se non con melensi
vezzeggiativi. Clandestino in terra propria, straniero
nel suo letto di secca estate. Sì,  è come un fiume, come una diga
di
impeccabili
castori. Vive ai piani più alti di un'antica sequoia,
al centro di un deserto fossile - Lui - il re, il savio, il tempo e la
via.



*


Conosce
alla perfezione l'alfabeto dell'eternità.
In inglese quando proprio vuol farsi capire:
“you know what I mean?”
Ma come ogni demone conosce quintescene
d'esperanto, pietre d'angolo di voci arboree,
pastorali, notturni per chiamare a un guado del pensiero le magiche creature dei colli ebbri
di febbri, alla luce dei davanzali
accostati d'ombra
tenera.


*


L'amore, l'
amore - infestato dalle pulci anche
quest'anno - 3 lucciole nell'occhio sinistro, tre lune,
tre lupi che guardano al proscenio della notte e maledicono
la fine di una prodigiosa razzia;
con un pugno di risate e di pietre, tre lucciole tre lune tre lupi
soffocare perché la menta di un
cielo di giugno... di febbre e di
violenza.

*


Ultime della guerra dei topi e delle rane.
Caffè Midnight - con un sospiro esasperato.
Lui - l'archetipo, la coniugazione - verbi al solo infinito.
E verranno a chiedergli conto
tutti gli amori che non ha
sconfitto.










ORFEO





in
pensieri parole opere omissioni
per esempio che buia, fredda serata
siamo in luglio due vecchie coperte di lana
sul letto della piccola zattera - plexiglas
alla deriva -
credo verso ovest



*



per
fortuna ho con me il libro del desiderio
il frigo si è spento  domenica da rifare e
l orlo alle maniche del pullover.
la storia di una lacrima.  almeno potevano
mettere un cartello cave canem ma per citarne
un altro viene dall inferno...
e non avvisa
mai.


*


così per lo spavento mi sono voltato indietro
prima di prendere le scale di
corsa.






















PoemGraficScilla’83