NOVE
DIECI
UNDICI
NUVOLI
STRABICI
Diradate
da ogni forma di
preghiera
pensiero... Vengono vanno, vanno,
vengono...
accese ai crocichi - spingono e fuggono
e
ancora vengono e vanno - nubi genovesi,
romane
o senza indirizzo a cui inviare una vecchia
lettera
d'amore. Un po' mie un po' tue. Nubi di Cinecittá...
*
L'abbraccio
del sempre non vince i poderi,
i
pascoli delle nuvole - eremo rifugio piegato
a
chi sogna - serrande alzate - non vale il
pianto
la sgangherata luce di una viola e una rosa, di
una
rosa e una viola...
*
Nove
dieci
undici
versi
che pottano pioggia.
Ecco
tutto. Come qualcuno che danza sulla terra secca -
deserto
fra margini d'ascolto e solitaria quiete di fulmini e fiori,
di
fiori e di fulmini. .. Una culla di
pioggia, un portale che pulsa
fisso
nel grammo e nel grado e nel grafo.
E
sugli avanzi sparge le ceneri dell'ultimo
sole. Una Sibilla di luglio
nella
notte. O come
un
malocchio
ereditato
da
una chitarra
impaz_
zita.
POLENA
Sabbia
pettinata;
rasata a zero, per meglio dire -
contro
fondo - doppio cielo guerriero -
geenna
della notte in pieno pranzo - organo sepolto o porto. ...
terra
di nessuno orchidea odissea. A che ora comincia la genesi, il proemio
del
mondo? Prima di un esangue confuso
meriggio?
Prima forse del prima che succede al dopo,
a
ogni post scriptum, firma o postilla
in
calce.
*
Nulla
ma
un
gran vento sulla via delle vele - e i
rompichiglia
saettanti di acumi di canti di ciniglia d'onde -
Nemo
Nihil. Dire e tacere. Ventimila maglie sfilate contorno
a
un riflusso di sole dolce, le suole
forate la spiaggia nelle scarpe.
tallificate
di ginestre marine - ipotizzate rotte;
rotture
di scatolami vari eventuali. Cambuse del
se.
Un
gran
vento,
rogna
sul pelo percettivo
d'ombra
e
pesa.
*
Distrazioni
esazioni sanzioni
illazioni
ustioni a fior d acqua - illusioni?
l'immacolata
brina sui frumenti a Primavera...
il
diaframma fra cielo e terra, se bene usato, dà note,
diplofonie
profonde - fotografia muffa di un relitto astrale di fondale.
Disastro
del cuore aerospaziale che non si è
mai
staccato dalla sua
orbita.
*
Poi?
Il
poi arriva puntuale,
digerito
e dalle urgenze dell'infinito e
da
un eccesso di cedro d'accenti...
Oh
cuore, cuore in armi, tu e quella tua vecchia polena spezzata...
PoemGraficScilla'83