sabato 26 maggio 2018

La Tirannia Delle Cose









































Scilla '83




Improvvisazioni in Maggio - Scilla '83






A casa di Scilla '92, Maggio.

Prove del Nostro Spettacolo Itinerante - Versi InCanti-Na -
Voci di fondo: Ospite D.G. e Scilla '93. Improvvisazione, voce, testo e chitarra di Scilla '83.
Scilla ' 92 a un certo punto fa il rumorista.
Scilla '93 non aveva voglia di mettersi la chitarra nel cappello.
Scilla '79 manca all'appello.



Qui di seguito l' estratto audio. Foto del salotto di Scilla '92,
precedente all'evento
.








Scilla '83







Venere da Banco - Ritratto
















































Scilla '83 EB



Sabba per un Tempo Umano

































Scilla '92 AM


 

Volto Sfigurato di Mio Nonno



Scilla '83


 

Vista Notturna Del Cantiere




























Scilla '92/'83






 

Spilla Scilla n°4 (Affisso dal 26 5 18)





L'Uscita Di Maddalena Dall'Eden





























(Carboncino su Carta da Imballaggio)
A. R. Scilla '94


 

I Miei Sogni - Scilla '94



A Moon In Tokyo - Scilla '83



























Gabbiano, mi caga su tutto il corpo iniziando dai piedi fino alla testa, 
come una scansione di un documento.
Mi trovo fuori al balcone steso sul lato 

destro del mio corpo, alzo lo sguardo, sopra di me vedo 
la controsoffittatura di legno dell’appartamento di mia nonna, rotto.
Dentro la crepa si trova un’infinità di batterie che cadono lentamente come pioggia autunnale. Distorsione spaziale.


Sogno di mio fratello

Si trovava in uno studio di un dottore, era all’ aperto.
La mano gli doleva, soprattutto il dito medio sull’ultima falange.
Il Medico lo controllò facendo una veloce diagnosi, disse: <<la tua mano è rotta>>.
La soluzione al male fu quasi immediata, il Dottore prese un martello 

pestando la mano del paziente in maniera dura e feroce, 
come di solito fanno i medici di passione.
Provando gusto.
 

Durante l’operato, alcuni frammenti della mano si staccarono, 
vennero presi e messi in un bicchiere di plastica comune.
Il medio del mio caro fratello divenne più corto del suo indice, 

le movenze della sua mano sembravano scoordinate e lente.
Roberto: <<CHE CAZZO HA COMBINATO QUESTO, vabbè 

mi conservo le ossa nel bicchiere e poi me le faccio riattaccare, 
do il bicchiere a mia madre, raccomandandola di non perdere i miei poveri frantumati averi>>.
Vennero persi.










Scilla '94



Elementi





Cut-Outs on Panel n°4 - Scilla ‘92






















Le
forbiciate e le piume, le forbiciate e le piume –
angelo bestiale in una cerebro-chiesa chiusa. Gennaio riconosce
la presenza di febbraio. Usignolo incerto in salsa risa.
Verbi nelle falde del nero nerissimo paltò di renna.
Gomiti lisi su un lunatico tavolo di neve e di risate.
E una valigia. Verde. Plasticaccia.
Disabitata, dorata lungo i bordi - passeggera notturna mano per mano,
fino a un salottino in periferia.  Al significato della sua vita di valigia rifletteranno
cammini centenari, stazionamenti in soffitte fra cumuli di dimentica – menti.

Un
Poeta?

Un futuro.

Ascolta il passaggio delle anitre in carboncielo
Siamo... dove? Non ha importanza.
Ma dall’altezza del sole
deve essere un mezzogiorno a nord. Più a nord di dove arriva
al binario-morte il treno delle 9 e 11 minuti, il solito per la città-vento
impetuosa di amori tra-se-colati – sopra lenzuola  infantili  a sognare continui pomeriggi di un fauno.

*

Un poeta?
Uscito dal seminterrato delle idee,
fino a una bancarella di libri usati.
Difficili da leggere con l’orecchio intasato dal traffico.
Va dove? La madre morta chiama da una letterina scritta in stampatello.
Difficile da leggere. Allungato sul letto. Le lenti chiare.
Naturalmente sospirante. Le betulle lungo il viale additano:
più a nord! Fino a Caino. Fino agli Zar di Russia. Fino a Patrasso immaginaria, Torino.
A nord, in Sicilia. Più a nord, con i piselli freschi sgusciati, in una tasca.
Per ritrovare la strada di casa. Ancora quanti erano. Contorno
a un probabile uovo sodo.

Un
poeta?

Una domanda.

*

La vicina parlava al suo iguana cieco da un occhio.
Il padre non beveva vino. La madre scriveva in stampatello
quando non cuciva o non dava da mangiare ai polli.
Quella donna mangiava solo latte
Quella donna vestiva solo di rosso
Quella donna parlava solo in greco antico
Quella donna usava solo alcol per pulire la cucina
Quella donna dormiva con la bocca aperta
Quella donna non andava in chiesa
Quella donna non amava le feste in piazza
Quella donna leggeva solo romanzi noiosi
Quella donna aveva sempre le orecchie turate
Quella donna era magra magra magra
Quella donna non aveva figli
Quella donna non aveva mai preso la patente di guida
Quella donna aveva studiato archeologia all’università
Quella donna era la segretaria di un famoso uomo d’affari della zona
Quella donna era la baby sitter di una giovane madre.
Quella donna parlava solo in francese
Quella donna non ascoltava il jazz
Quella donna fumava più di venti MS al giorno
Quella donna non rideva mai
Quella donna non andava mai dai dottori
Quella donna non aveva mai pianto di gioia
Quella donna aveva una gamba sola
Quella donna non calpestava i fiori
Quella donna non aveva mai avuto un lutto
Quella donna non aveva mai pianto per amore
Quella donna beveva tanto tanto caffè
Quella donna si chiamava Charles
Quella donna si chiamava Biblioteca
Quella donna si chiamava Meraviglia
Quella donna si chiamava Piselli Freschi In tasca
Quella donna si chiamava Sarta
Quella donna si chiamava Clio
Quella donna si chiamava Guerra e Pace
Quella donna - Orgoglio e Pregiudizio
Emma. Antenora. Alda.  Grazia. Silvia. Anna. Antonia
Giovanna. Sterlizia. Sughero. Forbiciate. Piume.
Quella donna non beveva caffè.

*

Un
Poeta?

Un Club.

Rifugiato nel grande guardaroba della notte
Con i suoi oscuri dispetti
Voci luci la strada un panno da biliardo
Di benigna diffidenza
Poesia, perché miagoli?
Cenere. Mentre tagliano l’abete “mzimu”
Con la filettatura si un francobollo, allineati sulle rive opposte del fiume.
Erbacce. Mammut a nafta ossidati dal sole
I suoi genitori siedono in due equinozi separati della casa
Questa casa è infestata dai vivi.
Questa casa è costruita su un cimitero di guerra
Questa casa è fatta pietra su pietra col sudore che diventa pietra su pietra
Questa casa è una gelatina rosa che galleggia nel rosolio servita in un basco alla francese.
Questa casa confina con un orto di piselli.
Questa casa non ha finestre.

*

Gli amori felici parlano ogni lingua del mondo
Aveva studiato lingue
Aveva studiato i versi di tanti poeti
Aveva studiato come stritolare una chitarra fino a strozzarsi entrambi.
Aveva studiato filologia romanza.
Filosofia. Linguistica. Ornitologia.
Culinaria
Teatro
Metrica
Cinema
Storia dell’arte
Solfeggio
Psicologia
Teologia
Filatelia
Oreficeria
Moda
Asparagi
Caffè
Tabaccheria
Cartoni animati
Fumetti
Sesso
Alcol hashish cobret
Suicidio
Psicofarmaci
Ipofisi



Un
Ladro?
Un poeta - fegato con cipolle?
Un poeta eta eta...
Passato a brandelli nel corpo di un uomo?
Futuro?
Una banconota da dieci?
Traduzione su traduzione su traduzione di un originale irreperibile.
Un alunno del sole?
Un chitarrista?
Quella donna?
Questa casa?


*
La valigia di plastica verde per tenerci dentro i libri
Su un vecchio comodino laccato male, preso da un robivecchi.
Quel trenino sudicio ripiegato sotto quella profonda soma, su una mensola.
Un antiquario?
Questa poesia.
Perché questa poesia non comprende una diga
Perché non finisce
Perché si ripete e si ripete e si ripete
Perché basterebbe solo questa
Perché è una poesia
Chi lo dice chi lo nega
Di che genere è
Chi l’ha scritta.
Chi l’ha
Chi.

Maturano clessidre murate nella fatica degli occhi,
gli occhi sono sacchi per la spesa, gli occhi…
Fondi di futuro. Foglie di tè. Senza che nessuno di noi
rompa il l’iglesia di cristalli, la punta della matita, il segno di cancellatura
sulla parola fine.




PoemScilla ‘83