lontanula...
le note di una vecchia
cattedrale, chi sa dove.
Per chi suoni? Non per
me. Né per il barista che fruga
il futuro stretto in
un fondo di tazzina sbreccata. Non sarà per... ah, campana,
che tiro mancino...
Per te sola, perché
l’amore e la pace, perché la pace, l’amore.
il dolore non cercano
compagni, le scarpe
strappate.
*
Con l’occhio lattante,
la campana a sentire
quel che ha da dire,
voi!
Forse nera la sua
parola come la notte più profonda
dell’insonnia nera.
Forse bianca bianca si ripete per sempre
come l’abito di
un’odalisca.
Costringe a una spira
di galera lenta
come la fede, come la
grazia. Quasi azzurrina, acuta
come i fiori di
glicine, viola con l’idea del cardo; tutti cacciatori di qualcosa;
questo digiuno, questa
festa schiava che ristagna
il sangue in gore per
i giunchi.
*
Per il cardellino che
ho nel petto? L’ombra di un
brandello d’ombra. No,
no. Come crederlo? No certo.
Paranoie di una
vecchia rabdomante. Fiacco di brinata,
di gas che si estende
e la sua morte si estende, suona, suona con le note di una
vecchia basilica
d’Europa.
Fiu fiù din din don fiuuu...
E poi non fiata, per
quanto? Il tempo è una
daga affilata, il mio
cuore una dama, una maga...
riafferrato a migrare
lontanulo...
lontanulo...
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