lunedì 25 giugno 2018

Poem









Tutti avevano labbra e rogo,
roghi di labbra, labbra di fuochi.
Strade verso Primavera, e dal nulla





*





in
un perimetro rapido del Qualcosa Ignoto: la vela tesa:
il solo “essere in vita”.  Oh, ripetuti frumenti – care suppliche per vivai
di delizie. Io cercavo una commistione d’uva pregna, viavai di genti senz’ombra,
congestioni di mani - tastiere di stracci e di vento, e mai una miniera,
e mai il buio lucido della fede, ma un Cristo di sangue che potesse ingiuriarmi
circondato da cavalli di rame, briglie di fango, cavalieri idolatri e giade e diamanti e zaffiri in frantumi.
Perché so cos’è Amore e che tu fosti la Piaga della Logica.  E so che ogni guerra è La Guerra.
E hai potuto intuire un profumo nuovo che si è ostinato dopo la china di ogni mia
struttura…
Il
frutto più giovane della terra, questa Primavera di roghi e di canti…
Ma ogni poeta ha innesti antichi e va curato da un floricoltore paziente – Che poteva il verso…
Della delicatezza e l’illusione la forma d’aria libera e servi inaliena i notturni implacabili della Poesia.
Per questa esisto e tremo,  
con la lama della mia dimora di
fronte al Canto.



































Scilla ‘83















Nessun commento:

Posta un commento