Ignuda
anima - antinomia di concerto.
Oh concetti
e idee, Oh Omero - concentrico in un
fulcro il peso,
le
pese - prese d'animo e coraggio - il
presa
visione di - mormorio mare nostrum in lingua romanza,
sabbia
cannella e quanto basta il cielo pepe,
in
minestra salsa che intacca lingua e Gola...
Le
rese. Il reso. Il resto in latino - il
cetera sillabato,
non
omissis -
a
una cetra di risulta.
*
Cori
e corpi centenari al sole del giovedì
che
dopo pranzo gli alimentari abbassano
le
serrande, e se ne vanno a vento di mare contro -
gli
occhiali scuri economici. Gli scuri aperti
*
sul
globale immaginario globo terraqueo,
ferri
a vapore orme pressate sulla ripa
e
queruli, innominabili fiori grassi - dalle fessure occhi stretti -
vele
d'Argo, le mura
di
Creta e gli inferni all'orizzonte - onte e grazie -
in
pari. Aria pulita da impernanente pioggia dozzinale,
ieri.
E meglio Ade.
*
Una
nave fantasma verso una vita, un porto,
una
città deserta dove abita un vecchio
novello
doloramento. Colore vernice che dice -
di
qui è passato il tempo. Il grande tempo. S'è fermato su una meridiana
ornamentale - per prendere
*
in
giro i passanti, solo ve ne fossero
e
non la cera esausta di un olio surrealista: dissolve dolce,
solve,
assolve - giurato e spergiurato. Si, ma..
Un
odio
che resista anche al più tenero,
al
più ridondante amore # 300 e cento tormentate e 30
consolanti
piacevoli ore. Leggete Vuoto d'Amore
in
giornate come queste. Alda Merini, lana merino - stuoia sulla sabbia vergine –
come
si reputa.
PoemGraficScilla'83
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