venerdì 8 giugno 2018

Attimo










Poco sole forse sarà 
bastante a questo
zufolo di terra seminato per diventare carta, poca acqua,
poca sete all’abbandonata allegoria del  mio cuore
il mio pesante il mio bel passeggero, il mio cuore motore di chiuse e di delta





*




Con indolenza occhi ancora bui
Fanciulletti frusti sovra l’estate già limite
Polvere di polvere e sudore il dolce rumore di vita.
Pare che ove non esisti non sia poesia.
Anima d’argilla -  e sia. Eccoti cielo e meriggio, iato e dittongo
Vecchio sobborgo dove hanno abitato le mie canzoni…





*





Lungo il vecchio nuovo antico sillabario
nove chiromanti danzano sul mio letto invaso devastato
in un trittico d’altare - ora cantano, ora saltano come lepri
fra consuete cose sepolte, ora giocano a giochi di fonte e di breccia. Testardi giorni – ecco il più bello –
E sopra un tavolaccio l’umana ternura d’un coro di noia di gioia…





*





Pioggia rinforca il
plenilunio  eterno della gara
che fa giugno con
l’infinito.








Scilla ‘83



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