domenica 10 giugno 2018

Rosa Rosae...










Rose? Fioriranno
Se son spine? Beh – spineranno.

I dolori doloreranno, come gli occhi a troppo pianto,
a troppa rima, a rame di spasmo - spina e lima.
Una buona birra - ben spillata - non s’imbirra per chiunque.
Come un sole non tramonta  per poco o niente.









*









I bambini si svuotano crescendo – s’intasano.
Crescendo il melo dà la mela - se dio provvede -
tonda rossogiallo mela - val bene una messa di assonanze.
Rose? Raseranno - a esser franchi e  un po’ sbilenchi come i versi e il mio amore

Che non era amore e forse neppure di versi si tratta, ma di parole che vanno a capo

un po’ come gli pare. Mi sento così libero libero, Liberato di poter parlare di cosmosofia

Ottimismi universali, con chi poi non devo andare a lume di candela




Se son strade instraderanno.

Così io - come una profonda via alle virate
orti di meli, rose - a dune e vento,  spine. Spille -  da balia…
Ormai mi allaccio le scarpe da me. Ma come un bimbo se una spina mi punge

mi metto in bocca il dito.  Lo dico e lo ridico. E malefico il nome di madre natura









*









E dell’amore che ne fa costui e costei?
Che ne fai dell’amore?







Con l’amore c’ho cucito una rima fina invisibile

fina segreta, ma fina fina. Che non rivelo a nessuno neppure

al mio cuore.  Non si sa mai, coi tempi che corrono, andarsi a fidare di quel saltimbanco

che d’improvviso ha il tuo odore e il tuo stesso cammeo o-scenico miniato sul cuore.

Un genitale. Non mio.  A forma di rosa fiorita.
Un indizio – serviti – acqua acqua fuoco fuoco. 

Una rima in bianco e a essere puliti quel tanto, 

quel tanto da banco.















 Scilla '83







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