Quanto, quanto
piacevoli mi sono e lieti i fonici di piazza –
li riconosci subito quel gran da fare esasperato,
proprio come me.
E i bottegai in pensione che ti regalano le cassette vuote
per il latte
capovolte su cui han seduto per trent’anni.
E i poeti e gli architetti, i funzionari della corte
dei conti – mah, i poeti mezzo e mezzo -
Ne ho conosciuti in pochi e costoro, in maggioranza,
sempre
sempre troppo da dire. Calo d’attenzione quando
si
parla a vanvera
e di poetitudini.
Danteschi architetti e comunisti di
destra coniugale. Oh, quanto mi
piacete …acete
acete…
*
Uno:
c’è ma solo il minimo correo. E due. Due: chioma di
lupo che
dribbla senza particolari conseguenze, non fa male a
un neo finto, in
sostanza. Ha tanti libri da suggerire che io non
leggerò.
Alla fin fine non mi afferma un titolo. Amo i suoi avana
forti di scia, e gli scarabricchi dei bambini - ma ini ini ini...
sui banchi sempreverdini
delle squole. Ok, non
c’entra. Ok…. Hmm. Ecco:
da bambini si giocava a abbrancaneve dice uno di loro..
In particolare l’alzatorri . L’altro, quello le
abbatte con calcoli
che non fa più da decenni, dice : <<Ora basta
una busta di popcorn
per far saltare in aria ogni teoria sul superuomo,
Notre-Dame de Paris del pensiero e…
Ho conosciuto infiniti cattedralismi
impolverati sopra scansie –seguendo, millimetriche menti,
chissà quale ordine dei cosmi, altri di rinfusa.
Frattali di regolarità o filaccia spigata. A loro, a
questi qui - interessa giocare giocare giocare…
fino ai 16, 20 anni. Di lì in poi è, come dire… hmm <<Lo dica>> la fica o la
scelta di un piacere amaro
quando van male le cose a sentire i vecchi motti. Ma
prego, prego ci dica.
Il cazzo. Non vi son decenze a letto, a cena e in
poesia.
E con questa me la cavo e non ne ho certo bisogno. E vogliono il pesce
ben cotto e senza una lisca. E la carne – se non sono di quelli vegetariani, animaliani – senza un
filo di grasso, né un nervo da rosicchiare tra un molare e un’otturazione.
Eh, sì. Confondo – etimologicamente. Un po’ di me, un
po’ di tanti altri…
Ecco perché amo la musica Fusion, L’House etcetera
etcetera… Alla fine il “non c’entra” l’ho ben centrato, funzionale
nel chiarire
come si scriva quando verbo preceduto da pronome,
quando sostantivo.
“E con questa me la cavo e non ne ho certo bisogno”
(copia e incolla)
*
Ci vuole quella,
quella insostenibile
La shhhh: leggerezza dell’essere (buona cura ho
avuto
nel barrarlo, ci vuole Quella e lo sottolinea con il
dito, fa la Q maiuscola
Il coda, o il chioma – di lupo/volpe - non mi va di mettermi a rileggere come
l’avevo
implebagliato. E l’epigrafe gli fa da
contrappunto. Eppunto!
Lasciate ogni speranza,Oh voi che entrate…
Ma ALTRIMENTI. Altrimenti – per l’appunto. Poi mi sono appartato,
pensando che non avevo capito un’acca di
quel che ci eravamo appena detti. Speravo
in voi. A voi - ma poi chi - il balzo di palla che per
poco non
mi rompe uno starnuto.
Fara Sabina
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