martedì 5 giugno 2018

Chiaramente







Chiara mente - sette, sette e dieci - squille antimeridiane –
di primavera vita  sbocca a una chiusa gelida. Caoticamente
vorticosamente, colata mente - assisa popolare, amore
che solda  e che salda  e ricuce  - ed io chi ero? E taciturni arrivederci, andirivieni,
fretta di sapidità-rinunce – legato cullato, fiotti di indoli a urti, incontri
spartiti - inanimati febbrai. Animale-paradiso piegato all’ara di terra arata.
Io non so più se vetro a lastre o ferro
di
squame
di
ofidi desideri,
deserti destrieri
misteri.







*







Semplicemente? Limite. Saldo alloggio slacciato. L’estremità di fine –
essere giunto. Fradicio - oniriche soglie schiuse lame. E sul mondo la luna,
il giro di un satellite - Stella buia -  gota accesa di mondo. Come Cassandra -
e sotto il sole a rima di parole, idea il punto e il dittongo, ma zitta incrocia a chiasmo
simbolum tipologico frutto di notte tumulto, tumulo antica vita  a mucchi di peccati plagiati.
Come Cassandra.  Come Cassandra, duttile salamandra che sgusci
In un andito di fontana d’oasi.
Rime, rime, per gioco e pane-vento.
Non vedo, a quel lume di duna  -
ecco il bello,
oh luna – io non vedo,
il
mio futuro - molle
padrone-predone. Autore ignoto .
l’avrebbe frenato un largo
patrimonio.
























Scilla ‘83





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