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Alcune Cose - Pixeloil - Scilla '83 |
Andrò
per qualche centesimo in giro,
masticando
una radice di robbia, senza fischiettare
perchè
non ho mai imparato a farlo. Me ne andrò in giro,
scarpe
seminuove - nero opaco - ma prima, metterò fuori la spazzatura.
O
una
sigaretta, una parola veloce
detta
tra due mentre si
staccano
reciprocamente o meno, dalle loro labbra,
quanto
mi irritano le cippiette, i loro nascondigli a fogna aperta
vorrei
cancellare ogni verso d'amore scritto, ogni fatica di Figaro per la fica.
I
ratti mi saltano fuori dal cuore appena si accorgono che sto per uscire,
non
amano il mio bisbigliare mentre passeggio, il suono della suola che sfiora
carogne
di stradari immaginari, sassi calciati per un dovere zen, non altro.
E
il sole. Odiano la luce del giorno, e io amo la notte, il buio di stanzette
striminzite
ma
di giorno mi innietto la mia fiala di uomo solito, e me ne vado in giro.
Me
ne vado in giro.
Si
stanano e si rintanano dio solo sa dove, non m’è mai riuscito
di
scovarli – per sistemare qualche trappola, metterli spalle al muro,
far
due chiacchiere mentre stanno lì a spiluccare l'esca avvelenata,
parlargli
del mio dente marcio, di mio padre,
di
Serge, di uno dei Serge, della cenere che ho dovuto ingoiare prima di poter
pronunciare il mio nome
senza
che mi puzzasse il fiato.
*
Oltre
la nuova lottizzazione, per prendere un caffè a credito
Sedere,
leggere e rileggere qualcosa senza senso lungo striminziti fili di nylon
Che
vedo tendersi da una fronte all’altra della gente,
il
mio è il fondo residuo di qualche cavò disperso in una campagna
ad
uso esclusivo di qualche camorrista della zona
Ma
fuori dai cassonetti l’aria è filtrata dalle mie nuove lenti gialle,
anche
se li tolgo il senso di colla sul corpo non passa – Cosa volevo opporre
con quel << ma>>?
Mah…
ti
prego, chiunque tu sia, visto che sono
così
bello appiccicaticcio, incollami un francobollo
sulla
mano.
Scilla ‘83
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