Non amo
il numero cinque, e non l’ho mai sopportato.
Come i suoi multipli e sottomultipli.
È da sempre che è così, avevo 5 anni quando cominciai a
capire che
non mi piacevano molte, ma molte delle cose del mondo.
E fin ora nulla ha potuto cambiare le percentuali di ciò che
mi piace e di cosa no
50 e 50, per l’appunto. Anche la sua tabellina, così dedotta,
così ovvia 5 10 15 20 25…
È l’unica che ricordo bene. Anzi è l’unica che non mi riesce
di disimparare.
quando mancano 5 minuti all’arrivo di un treno O mentre
attendo i 5 minuti di un amico in ritardo
questi mi sembrano maggiori che se
fossero 7 o addirittura venti. Se sul tapis roulant restano
15
minuti alla fine dell’allenamento, quando
sono 19 mi sembra ne manchino
meno.
Un altro
problema è la lettera G, non vorrei annoiarvi - ma devo.
Nella mia libreria musicale è la cartella più vuota - sarà
che ho trovato
Ben pochi Gershwin e fra i libri nessun altro buon Gilgamesh,
Gabriel Garcia…
Non sposerò mai un Giovanni, men che meno un Girolamo!
Gennaio passa troppo velocemente e a Giugno non sono
Ancora in fiore le mie rose. (vi risparmio le mie idee sui
quintetti d’archi
e le teorie su Giove se un dì di marzo la luce filtrando da
un foro sulla parete
a ovest del grande tempio…)
*
E’ molto probabile che
Il mio psichiatra avrebbe avuto un’idea diversa
di queste mie avversioni, se gliene avessi mai parlato. Ma
sono
convinta che sia per una strana congettura astrale; la stessa
che riallinea
le orbite e fa danzare i pianeti; che sia quindi giusto così,
che, anzi,
dovrebbe esserlo per tutti, un po’ come l’imperativo
categorico.
Un po’ come il fatto che per quanto c’è chi lo tolleri meglio
o peggio il limone è aspro comunque.
il 5 è maggiore di qualsiasi numero, la lettera G - davvero
la più insulsa, la più vile.
Bandirli da abbecedari ed equazioni, certe cose non dovrebbero
essere insegnate ai bambini.
Cinque rondini che
fanno o non fanno primavera sono
sempre una conclusione banale, una frase di momento,
come lamentarsi del caldo o del Pil, con le doverose pinze -
eppure è così che finisce questa poesia. - Cinque rondini che
attraversano il cielo,
20 ottobre, 26 gradi di sole.3, 4 al massimo 5 minuti “circa” - dopo qualcosa che la mia cultura mi
impedisce di rivelare, e una rosa di maggio giallastra, di là
dalla rete metallica
del condominio popolare,
in fiore, tra i vasi di genziana.
Scilla '83
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