I
“grandi temi” della vita
Ogni
segno che poi si scolora,
la
mia bimba che s’innamora,
il
pianto di un figlio nella notte
e
mia madre che si fatica la vita e la morte.
Un
bisogno estremo di serenità
e
il denaro che scarseggia sempre,
il
pessimismo latente
e
l’ottimismo forte nelle gambe.
Davanti
al mare e capire pochissimo,
le
spalle al sole perché da qualche parte si deve ricominciare,
il
verso lungo e libero,
la
testa sul cuscino
e
a volte non ricordo le parole del Padre Nostro.
La
tua voce al telefono fredda
come
una notte d’inverno,
il
vento che sbatte sulla mia finestra.
Le
parole come pietre o piume
ogni
cosa dipende,
le
“scritte” sulla pelle
povere
cose uniche che mi porterò dietro.
600
km . separano la mente da quello che il cuore davvero vuole,
stanotte
poi domani per ricominciare,
un
giorno alla volta e tutto fa meno male.
La
serenità
Si
cerca per tentativi
come
un rimedio naturale
per
certi dolori mattutini,
si
cerca come una virgola
da
mettere giusta
in
mezzo alle parole,
nei
giochi calmi dei bambini,
nell’onda
lieve
che
arriva sulla spiaggia.
Chi
non vorrebbe, almeno per un momento,
essere
sereno
come
il fiore fiero che nasce dall’asfalto?
L'errore
L’errore
è stato tendere sempre
e
comunque la mano,
ed
è errore da rifare
per
avere poi il cuore
libero
ad andare
dove
e con chi vuole.
Primavera
Fosse
per me, sarebbe solo e sempre primavera,
il
vento dolce e tiepido, il mare calmo ma non troppo,
in
giro senza sudare, la gente ancora tutta vestita,
al
mercato la merce al sole che si riflette
sui
prodotti di stagione.
Fosse
per me, sarebbe sempre e solo primavera,
una
speranza nuova che non s’infrange
di
nulla così duro quanto la realtà
che
si scompone e ricompone come vuole.
Un
vento
Aspettati
un vento improvviso
di
terra, un vento per i panni stesi ad asciugare,
un
vento di odori così pieno di ricordi
che
può fare solo male.
Aspettati
un vento e proteggi la pelle,
copri
le spalle in questo andare
che
è un po’ tornare dove non sai,
dove
sei pronto a ritrovare le mani
e
i passi, i punti e le virgole di discorsi
che
vile e sorpreso, non hai fatto mai.
Vorrei
Un
latte rigenerante,
poi
una leggenda sul mare
e
un tralcio di vite per sentire l’autunno
e
la voce da lontano di mia madre
che
mi dice: “male non fare,
paura
non avere.”
Sarà
luce, il vento a favore
e
le mani libere a fare di noi
qualcosa
di buono
qualcuno
di cui fidarsi
da
prendere per mano
da
portare in giro per la città
nei
vicoli dove il sole non arriva
e
i panni stesi da un balcone all’altro
sono
bandiere di speranza.
Un
quaderno pieno di frasi....
Eppure
vorrei avere un quaderno pieno di frasi di circostanza,
sapere
sempre cosa dire nei momenti peggiori,
interessarmi
per davvero alla follia degli altri,
saper
valutare la cattiveria e difendermi.
Conoscere
nomi e cognomi di quelli che mi passano accanto,
la
faccia abile di chi non ha vergogna.
Sì
a volte vorrei saper essere invadente
bussare
qualche porta e dire: ma veramente tu che vuoi,
magari
te lo saprei anche dare.
Essere
un po’ come quelli che si scelgono un nemico ideale
e
non lo lasciando andare,
un
po’ come quelli che sono in guerra con tutti,
io
che mi beavo così bene nella mia calma apparente.
Nati
Siamo
nati da uno sputo
e
fango impastato
o
da un’unica cellula
immagino
marinata all’amore.
Siamo
nati
e
nella tempesta abbiamo chiesto perdono,
nella
dolcezza ancora c’innamoriamo,
siamo
nati nel punto
in
cui il cuore bussa alle costole
per
un nuovo dolore.
Nati
in mezzo al mare,
dai
monti discesi con una nuova croce
noi
che non sappiamo perdonare.
Nati
dal fuoco mai spento
di
tutto ciò che sentiamo correre sotto pelle
e
tra i denti il destino
nome
che diamo a ogni nostro errore.
Con
il tempo invano
ci
nomineremo l’un l’altro
senza
guance da porgere
ma
con il sorriso di chi sa anche perdere.
Addurre
il bene al male
come
fosse il pollice opponibile
che
usiamo per afferrare e trattenere
tutto
quello che ci piace,
tutto
ciò che ci fa stare meglio,
almeno
un po’.
Più
di così, certo senza aver deciso
ricompro
tutto e tutto rimetto in gioco
e
delle lingue biforcute
fritture
miste e andate in pace.
Più
di così e mai più fare del male,
questa
sera il tramonto era di sangue
misto
a speranza.
Sai,
dicono
che
in qualche modo ci ritroveremo
magari
a cercare oro,
a
scavare pozzi in fondo a certi occhi,
senza
dare fiato a bocche
che
non hanno più niente da dire,
in
qualche modo ci ameremo
senza
farci male,
ma
io quando ti rivedrò
farò
il segno della croce.
Andare
dove non si tocca
che
sia terra o mare
trovare
il posto giusto
e
riposare.
Poi
prendere i giorni uno per volta
e
fingere in una risata
che
fa meno male ogni cosa,
siamo
sì nel posto giusto
e,
forse, non è costato troppo.
...con
la poesia
…ma
io con la poesia
di
certe lingue biforcute e velenose
faccio
un fritto misto
in
barba pure all’indigestione.
Maria Attanasio
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