giovedì 21 giugno 2018

Hospes In Scilla Maria Attanasio - Poesie



Immagine Dal Web





































   


I “grandi temi” della vita

Ogni segno che poi si scolora,
la mia bimba che s’innamora,
il pianto di un figlio nella notte
e mia madre che si fatica la vita e la morte.
Un bisogno estremo di serenità
e il denaro che scarseggia sempre,
il pessimismo latente
e l’ottimismo forte nelle gambe.
Davanti al mare e capire pochissimo,
le spalle al sole perché da qualche parte si deve ricominciare,
il verso lungo e libero,
la testa sul cuscino
e a volte non ricordo le parole del Padre Nostro.
La tua voce al telefono fredda
come una notte d’inverno,
il vento che sbatte sulla mia finestra.
Le parole come pietre o piume
ogni cosa dipende,
le “scritte” sulla pelle
povere cose uniche che mi porterò dietro.
600 km . separano la mente da quello che il cuore davvero vuole,
stanotte poi domani per ricominciare,
un giorno alla volta e tutto fa meno male.






La serenità

Si cerca per tentativi
come un rimedio naturale
per certi dolori mattutini,
si cerca come una virgola
da mettere giusta
in mezzo alle parole,
nei giochi calmi dei bambini,
nell’onda lieve
che arriva sulla spiaggia.
Chi non vorrebbe, almeno per un momento,
essere sereno
come il fiore fiero che nasce dall’asfalto?



 

L'errore

L’errore è stato tendere sempre
e comunque la mano,
ed è errore da rifare
per avere poi il cuore
libero ad andare
dove e con chi vuole.







Primavera

Fosse per me, sarebbe solo e sempre primavera,
il vento dolce e tiepido, il mare calmo ma non troppo,
in giro senza sudare, la gente ancora tutta vestita,
al mercato la merce al sole che si riflette
sui prodotti di stagione.
Fosse per me, sarebbe sempre e solo primavera,
una speranza nuova che non s’infrange
di nulla così duro quanto la realtà
che si scompone e ricompone come vuole.







Un vento

Aspettati un vento improvviso
di terra, un vento per i panni stesi ad asciugare,
un vento di odori così pieno di ricordi
che può fare solo male.
Aspettati un vento e proteggi la pelle,
copri le spalle in questo andare
che è un po’ tornare dove non sai,
dove sei pronto a ritrovare le mani
e i passi, i punti e le virgole di discorsi
che vile e sorpreso, non hai fatto mai.







Vorrei

Un latte rigenerante,
poi una leggenda sul mare
e un tralcio di vite per sentire l’autunno
e la voce da lontano di mia madre
che mi dice: “male non fare,
paura non avere.”
Sarà luce, il vento a favore
e le mani libere a fare di noi
qualcosa di buono
qualcuno di cui fidarsi
da prendere per mano
da portare in giro per la città
nei vicoli dove il sole non arriva
e i panni stesi da un balcone all’altro
sono bandiere di speranza.






Un quaderno pieno di frasi....

Eppure vorrei avere un quaderno pieno di frasi di circostanza,
sapere sempre cosa dire nei momenti peggiori,
interessarmi per davvero alla follia degli altri,
saper valutare la cattiveria e difendermi.
Conoscere nomi e cognomi di quelli che mi passano accanto,
la faccia abile di chi non ha vergogna.
Sì a volte vorrei saper essere invadente
bussare qualche porta e dire: ma veramente tu che vuoi,
magari te lo saprei anche dare.
Essere un po’ come quelli che si scelgono un nemico ideale
e non lo lasciando andare,
un po’ come quelli che sono in guerra con tutti,
io che mi beavo così bene nella mia calma apparente.





Nati

Siamo nati da uno sputo
e fango impastato
o da un’unica cellula
immagino marinata all’amore.
Siamo nati
e nella tempesta abbiamo chiesto perdono,
nella dolcezza ancora c’innamoriamo,
siamo nati nel punto
in cui il cuore bussa alle costole
per un nuovo dolore.
Nati in mezzo al mare,
dai monti discesi con una nuova croce
noi che non sappiamo perdonare.
Nati dal fuoco mai spento
di tutto ciò che sentiamo correre sotto pelle
e tra i denti il destino
nome che diamo a ogni nostro errore.
Con il tempo invano
ci nomineremo l’un l’altro
senza guance da porgere
ma con il sorriso di chi sa anche perdere.







Addurre il bene al male
come fosse il pollice opponibile
che usiamo per afferrare e trattenere
tutto quello che ci piace,
tutto ciò che ci fa stare meglio,
almeno un po’.






Più di così, certo senza aver deciso
ricompro tutto e tutto rimetto in gioco
e delle lingue biforcute
fritture miste e andate in pace.
Più di così e mai più fare del male,
questa sera il tramonto era di sangue
misto a speranza.







Sai, dicono
che in qualche modo ci ritroveremo
magari a cercare oro,
a scavare pozzi in fondo a certi occhi,
senza dare fiato a bocche
che non hanno più niente da dire,
in qualche modo ci ameremo
senza farci male,
ma io quando ti rivedrò
farò il segno della croce.








Andare dove non si tocca
che sia terra o mare
trovare il posto giusto
e riposare.
Poi prendere i giorni uno per volta
e fingere in una risata
che fa meno male ogni cosa,
siamo sì nel posto giusto
e, forse, non è costato troppo.




 
...con la poesia

…ma io con la poesia
di certe lingue biforcute e velenose
faccio un fritto misto
in barba pure all’indigestione.












 


Maria Attanasio




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