sabato 23 giugno 2018

Mona Moby Dick































A
quest'ora dorme anche dio.
Nessuno è innocente alla quattro del mattino.
Lontano da - vicino a - casa, mezzanotte,
Itaca, gatti, Atlantide, liquore di mandorle,
dannazioni a nome di - e scarpe e giubbe e donne,  fiori nuo-
-vi per nessuno.
traversando rimesse di coralli, motteggi fra isole su dorsi di
testuggini - lingue ultramarino, filosofie incomprensibili.
Versi-sale velenosi per i terraferma abiurati al
miele dei vangeli.



*

Guerre
strappate a steli di peonie per buona sorte dimenticate
a seccare negli occhi rossi di polena - Clio dei marosi...
e il vento rade un rettangolo di forasacchi...
non qui. Qui leva torri d'onde, castelli di miraggi.
Altrove.  Lontano da.  Lontani -
piove a momenti.




*




Antimeridiano di templi tempesta,
taverna a menu fisso
di qui, di là - dove? Melville si affaccia a un oblò
e grida ai mozzi - è Lei. Bianca come la fame - è Lei!
Non vedete la sua fervida e stellante e madida corona di lampi?  Tribordo!




*



mentre il ponte vibra sotto uno scalpiccio
di demoni ubriachi. E la fiamma bianca
si ritrae senza testimoni in aperto campo di posidonie.
A misura di acciuga. In alto una cattedrale di milletrecento stelle.












Scilla'83





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