interminabili
giorni - cavo ascolto ai margini di
un
bell’olio. imperticato su un ulivo, un nudo: corpo orfano.
l’operaia,
anzi il fuco - adolescente - riconsegna
la
mia coscienza al emittente anonimo, come si farà poi …quando manca
un
riferimento qualsiasi. un numero, un codice postale…
dovrei
occuparmene - io? no, era per chiedere. la domanda è retorica, come ognuna.
*
anonimo
anche, e caldo, letto in latitanza - nasconde e fora,
differisce
fischi e lucerne. cliente di una grande impalcatura aerea,
nel
fresco ordinario di un rivestito giovane corpo, nuovo,
che
non posso invocare amore. corpo in doppio e triplo senso…
semplicemente.
del mio vivere, vivermi vivo, di quel faro gemello in cui brucio
un
poco detestabili e malati di accanimento - desideri che delirano nella fretta di piacersi.
il
giorno finito con la mia vita divenuta improvvisa, ledere gentile…
altro
che interminabile. eterno è solo il piacere di una sigaretta, dopo un buon
caffè amaro.
sfido.
*
e
tu, senza essere formali,
non
declinare più, luna di giugno, invitata
all’ardente
sudore, rischiara quella fiducia viva –
sennò
a chi rivolgersi? dscinta, inutile
forma
e silente di fiumi bianchi porcellanei…
e
poi reitera. camelia ingiallita che
non sei altro
scilla ‘83
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