domenica 17 giugno 2018

minuscolo










































interminabili giorni -  cavo ascolto ai margini di
un bell’olio. imperticato su un ulivo, un nudo: corpo orfano.
l’operaia, anzi il fuco -  adolescente -  riconsegna
la mia coscienza al emittente anonimo, come si farà poi …quando manca
un riferimento qualsiasi. un numero, un codice postale…
dovrei occuparmene - io? no, era per chiedere. la domanda è retorica, come ognuna.





*




anonimo anche, e caldo, letto in latitanza - nasconde e fora,
differisce fischi e lucerne. cliente di una grande impalcatura aerea,
nel fresco ordinario di un rivestito giovane corpo, nuovo,
che non posso invocare amore. corpo in doppio e triplo senso…
semplicemente. del mio vivere, vivermi vivo, di quel faro gemello in cui brucio
un poco detestabili e malati di accanimento -  desideri che delirano nella fretta di piacersi.
il giorno finito con la mia vita divenuta improvvisa, ledere gentile…
altro che interminabile. eterno è solo il piacere di una sigaretta, dopo un buon caffè amaro.
sfido.




*





e tu, senza essere formali,
non declinare più, luna di giugno, invitata
all’ardente sudore, rischiara quella fiducia viva –
sennò a chi rivolgersi? dscinta, inutile
forma e silente di fiumi bianchi porcellanei…
e poi reitera. camelia ingiallita che
non sei altro


















scilla ‘83








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