Ogni
poesia
è bella Ogni filosofo è greco
Ogni
cenere ridiventa fenice Ogni Amore è grande ed
eterno
eterno eterno. Potete giurarci, me l’ha detto una zingara.
Su
certe cose c’è poco da dubitare…
Slego.
Qui
le teste di cenci si intravedono dalle feritoie del mezzogiorno
-
verso scritto in dialetto, il mio. Variante della lingua napoletana
Poi
ho tradotto, e se volessi leggere a un passante questa poesia?
Dovrei
mettermi a spiegare ecc… così ho fatto la versione dal napoletanorum.
Clarisse clausura – come close, in inglese – to the ghost of the always.
Ma
che faranno dalla mattina alla sera? Una aveva una specie di boa dorato
attorcigliato alle cosce,
mentre
rammendava, con gli occhi chiusi, un vecchio paio di guanti piumati.
Una
era tono su tono col suo abito. Non ne ho viste altre. Ce l’avranno il permesso
di essere
romantiche
fra di loro? E ogni quanto gli è concesso? Son cose che mi chiedo
come
- dove cada l’uovo deposto su un tetto da un gallo, al centro,
al
tramonto, se verso la falda destra o la
sinistra.
*
O
fanno
come me. Meditano: Afterhours - alto volume.
Miserere
nobis dei miei arzigogoli…
Studiano,
leggono riviste sui sai e le mitre più alla moda… È solo febbre – grida
Manuel
Agnelli. Mele su mele, la mia ombra che si sdoppia serpentina su una parete
Di
fianco a una finestra che ho trasportato volutamente lì, per infangare il buon
nome di un amico.
Un
borsaiolo dei peggiori. Un po’ d’autoromanticismo, il caffè diluito in mezzo
litro di acqua.
Una
signora tanto gentile si prende cura delle mie capricciosità, serenamente.
Io
qui aspetto il miracolo dell’anticristo. Che è già un illogico di suo.
Lui
non si fa mai aspettare, simbolo o non simbolo, arriva.
Lui.
Incessantemente.
Puntuale. Come un gatto di fianco alla profonda lacerazione
di
una chitarra battente, o un serpente attorcigliato alle gambe grassocce di una
monaca.
Cuce,
suor Barbara, mentre siedo
a
osservare come un topo mette in fuga
il
serpente.
Scilla '83
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