Che
bel piede,
che
bel piede davvero – ci farei un maniero dita per dita…
Per
me che qui arrivo ospite e forestiero, un rondinello tediato al davanzale -
E
troverei da bere e da dormire… Voi, bel piede,
Piede
cortese piede d’angelo o di fanciullo balocco, è
a
me che porgete il buondì, il buongiorno, l’assorta – una e un quarto –
della
squilla dai campi? Sol’io so a chi appartenete, piede maggese,
con
alcuni nuovi peli che vi crescono sull’alluce.
Miei solo miei, piedi disgraziati, morsicchiati dalle zanzare.
*
Piedi
annoverati in una cima di nebulose, che cantate
senza
sapere una parola della vostra canzone. Eppur cantate,
mentre
sedete alle vostre faccende di piede, che son poi quelle di ogni tale dabbene.
Che
rischiate l’azzardo del malagevole spingersi dei mondi - di mondo in mondo -
il
tuo bel piede tondo.
Scilla ‘83
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